domenica 29 dicembre 2013

LEZ 7.1 - la Farina Antiqua -


dicembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


Come esercizio relativo al Brand Management ci è stato chiesto di analizzare un brand, Farina Antiqua e capire il suo posizionamento in relazione al suo brand istituzionale.Molini Bongiovanni S.P.A nasce nel 2003 e riunisce sotto il suo nome tre grandi molini, il molino Virano, il molino Moccagatta ed il molino Marocco. Molini Bongiovanni ha anche creato un sistema per creare ricette di farine che nascono dalla collaborazione tra i tecnici del cliente e quelli del molino; nascono così le “Farine su misura perché le farine non sono tutte uguali, ma ogni cliente ha la sua”. Oltre alle farine su misura, Molini Bongiovanni produce anche farine per la lavorazione classica: Mastro Artigiano con le declinazioni Fornaio, Pasticcere, Pizzaiolo e Pastaio; Molino Virano e Molino Moccagatta per poter offrire ai consumatori la giusta farina per le diverse applicazioni. La Farina Antiqua nasce dopo anni di ricerca ai Molini Bongiovanni ed è composta da una linea di farine macinate a pietra naturale a filiera corta proveniente da grani piemontesi a residuo zero e lavorata con energia derivante dal campo fotovoltaico. Peculiari caratteristiche rendono immediatamente riconoscibile questo tipo di farina:
  • il chiaro profumo di grano all'apertura del sacco
  • l’aspetto antico di una farina finissima e lievemente ambrata
  • la maggiore capacità di assorbire l’acqua durante la lavorazione
  • il color nocciola e il profumo intenso nell'impasto
  • la colorazione brunita della mollica e della crosta nella cottura
  • la sua capacità di lasciare in bocca un gusto dolce e rotondo di grano nella degustazione
Grazie alla macinatura a pietra, alla presenza dei tegumenti della crusca, del germe e dello strato aleuronico del chicco, le farine Antiqua contribuiscono ad uno stile di vita più sano. La farina risulta essere ricca di fibre solubili ed insolubile per, ricca di antiossidanti naturali (tocoferoli), ricca di vitamina E e sali minerali, ma povera di carboidrati.


Quello che ci fa capire il brand Farina Antiqua è che spesso il brand istituzionale, in questo caso Molini Bongiovanni è sconosciuto rispetto al prodotto, poiché il prodotto non richiama l'azienda madre. Si tratta di furtive brand, vera e propria tecnica di posizionamento di un prodotto. Tutto ciò viene inizialmente stabilito nella mission aziendale. Stiamo parlando nuovamente di Marketing strategico.

LEZ 7 - il Brand management -

dicembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


Prima delle tanto attese vacanze natalizie si è svolta l'ultima lezione di Marketing dell' anno 2013 tenuta dal docente Corrado Corradini presso la LABA di Torbole sul Garda. In questa lezione si è parlato di Brand Management o gestione dei brand. La lezione è stata svolta in modo pratico poiché abbiamo potuto analizzare alcuni brand famosi attraverso i loro siti internet per riuscire a capire al meglio i concetti.

Come sempre dobbiamo ricordare l'importanza della vision iniziale dell'azienda, infatti è questa che determina poi la direzione che il brand deve seguire; il brand si identifica quindi con la vision.
Prima di tutto bisogna chiarire il termine Brand. Il brand o marca è un nome, simbolo, disegno o combinazione di questi elementi, con cui si identificano prodotti o servizi di uno o più venditori al fine di differenziarli da altri offerti dalla concorrenza. Bisogna però stare attenti a non fare l'errore di confondere il brand con il logo o il prodotto stesso, infatti il brand è costituito essenzialmente dal legame psicologico di rappresentatività che il consumatore instaura con un determinato insieme di prodotti o servizi distinti dagli altri da proprie peculiari caratteristiche. Con la scelta di una specifica marca si crea quindi un legame emozionale e ideale poiché ogni brand esprime una propria personalità, un mondo culturale in cui il consumatore si può rispecchiare.

Un Brand di successo deve però avere caratteristiche determinate:
 - pronunciabile
 - ricordabile
 - riconoscibile
 - traducibile
 - attraente
 - facilmente registrabile legalmente
 - suggerire un riferimento all'immagine aziendale
 - suggerire caratteristiche e benefici del prodotto
 - distinguere il posizionamento del prodotto rispetto alla concorrenza

Esistono diverse tipologie di Brand, tutti con caratteristiche differenti:
  • in riferimento al portafoglio prodotti:
mono brand, usato per uno o più prodotti;
family brand, riferito a molti prodotti, richiama non caratteristiche specifiche ma situazioni emotive o valori astratti;
  • in base all'identificazione con l'azienda:
corporate brand, usato sia per i prodotti che per richiamare l'immagine dell'azienda e le sue competenze distintive;
furtive brand, distante dall'identità aziendale;
  • tipologie differenziate:
brand incorporati, incorpora due marchi appartenenti a diverse tipologie tra quelle sopra citate,
brand individuali, brand diversi per ogni prodotto, il prodotto ha un nome distintivo che non richiama la famiglia né l'azienda.

Il Brand Management è l'applicazione delle tecniche di marketing ad uno specifico prodotto, linea di prodotti o marca. Gli operatori del marketing vedono nella marca la promessa implicita di qualità che il cliente si aspetta dal prodotto, determinandone così l'acquisto nel futuro. Un giusto brand management genera un aumento delle vendite, rendendo il prodotto più appetibile rispetto a quello della concorrenza.
Il Brand Management oggi è fondamentale per riuscire a raggiungere il successo sul mercato, poiché esso riesce a manipolare l'immagine di una persona o di una corporazione creando valori nei consumatori; in questo modo aumenta il valore percepito dal consumatore. Un tempo le tecniche di Brand Management venivano applicate solo alle grandi aziende, oggi anche alle piccole e medie ed agli operatori del settore culturale e alle personalità che desiderano trasformare il proprio nome in un vero e proprio brand. Ciò permette di ottenere un posizionamento leader nella mente del consumatore, maggiori profitti ed una crescita nei risultati di vendita; questo è marketing strategico.


domenica 15 dicembre 2013

LEZ 6.1 - personal SWOT analysis -

dicembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


Vorrei completare il mio post del 13 dicembre 2013 riguardante la matrice SWOT. Al termine della lezione di Marketing del docente Corrado Corradini, svolta alla LABA di Torbole sul Garda qualche giorno fa, ci è stato chiesto di produrre come compito una personal SWOT analysis.

L'analisi SWOT fa parte del marketing strategico e viene applicata dalle aziende per poter generare le proprie strategie da utilizzare sul mercato, ma quest'analisi è talmente utile che viene applicata anche sulle singole persone. Infatti anche le persone devono utilizzare strategie per arrivare al successo. Punto fondamentale però è capire dove si vuole arrivare, a cosa si aspira; solo dopo aver analizzato attentamente questo punto si può procedere nell'analisi interiore su se stessi e a quella sull'ambiente esterno. Solo in questo modo una persona può capire quali sono i suoi punti di forza, quali quelli di debolezza, le opportunità e le minacce che la circondano. Si va a creare così una strategia personale.

Con le basi acquisite ho cercato di produrre la mia personal SWOT analysis, questo è quello che ne è uscito. Prima di tutto ho chiarito a me stessa cosa veramente voglio fare: diventare una designer, inserirmi nel mondo della progettazione degli oggetti e degli spazi interni. Da qui inizio con la mia analisi personale:


Grazie a questa personal SWOT analysis posso stabilire una strategia personale in grado di portarmi al raggiungimento dei miei obiettivi e al successo, poiché mi aiuta a comprendere le mie migliori qualità nel campo del design, le quali devono essere sempre fortificate e tenute in primo piano e le debolezze che invece devono essere studiate e migliorate.



venerdì 13 dicembre 2013

LEZ 6 - la matrice SWOT -

dicembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


Nuova lezione più pratica e coinvolgente di Marketing del docente Corrado Corradini alla LABA di Torbole sul Garda. Questa volta entriamo in azione noi studenti sia con le nostre esperienze personali che con un esercizio preparato ad hoc per comprendere al meglio la matrice di analisi SWOT.

Quando una persona si trova a dover fare una scelta o a prendere una decisione, utilizza, anche se in modo inconsapevole, un metodo personale che aiuta a trovare la risposta migliore. Questo metodo personale viene utilizzato in qualsiasi tipo di decisione da prendere, da quella più semplice a quella più complessa, e in qualsiasi momento della giornata. Alcuni esempi possono essere quello di individuare la strada più veloce da percorrere per raggiungere una determinata località, oppure decidere se accettare o meno un lavoro importante. Ogni giorno quindi la nostra mente ci sottopone inconsciamente ad un analisi capace di individuare le soluzioni migliori.

L'analisi SWOT consiste proprio in questo. E' uno strumento che pianifica una strategia ed è usato per valutare i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e le minacce di un prodotto o di un'azienda. Quest'analisi riguarda sia l'ambiente interno (analizzando punti di forza e di debolezza) che quello esterno (analizzando opportunità e minacce). Tutto ciò l'abbiamo messo in pratica. Ci è stato chiesto di guardare attentamente alcuni video che presentavano le future vision dell'azienda Microsoft e indicare cosa ritenevamo essere punti di forza, di debolezza proposti dall'azienda e le opportunità e minacce a cui questa vision sarebbe andata incontro. Abbiamo quindi fatto uno schema.



Con questo tipo di analisi semplice, facile e veloce si può capire quale direzione l'azienda sta seguendo. Grazie a quest'analisi un'azienda può definire le azioni da intraprendere per il raggiungimento del suo obiettivo che era già stato chiarito fin dall'inizio. 
La matrice è organizzata in quattro sezioni che raccolgono le caratteristiche identificate come punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce; il termine SWOT è un acronimo che contiene questi quattro punti fondamentali:
  • Strenghts, forze, come le risorse, le competenze che consentono all'azienda di realizzare le strategie che supportano la mission, in un'azienda queste servono per abbattere le minacce;
  • Weaknesses, debolezze, come gli elementi che interferiscono con la realizzazione della strategia, in un'azienda non devono prendere il sopravvento poiché ne risentirebbe il fatturato;
  • Opportunities, opportunità che si identificano con le aree dell'ambiente esterno che consente all'impresa di ottenere risultati positivi;
  • Threats, minacce identificate con le aree dell'ambiente esterno che influenza in maniera negativa le possibilità dell'impresa di ottenere risultati positivi.
I punti di forza e di debolezza  riguardano i fattori interni e prendono quindi in considerazione le variabili che fanno parte di un sistema produttivo e sulle quali è possibile agire direttamente per perseguire gli obiettivi strategici. In particolare l'attenzione viene posta su quei fattori in grado di determinare una condizione di vantaggio/svantaggio competitivo in relazione al fenomeno preso in considerazione. I fattori esterni, che coincidono con le variabili esterne al sistema e in grado di condizionarlo sia positivamente che negativamente sono riconosciuti nelle categorie delle opportunità e delle minacce. In questo caso non si potrà mai avere un controllo diretto, ma tuttavia individuando le caratteristiche dei fattori esterni, delle loro evoluzioni e del relativo impatto sul sistema stesso, si possono ridurre o prevenire alcuni effetti negativi e favorire e sfruttare quelli positivi. 

Le SWOT sono anche utilizzate come input per la generazione di possibili strategie attraverso quattro domande chiave che possono aiutare nel miglioramento del prodotto e dell'azienda:
  • come possiamo utilizzare e sfruttare ogni forza?
  • come possiamo migliorare ogni debolezza?
  • come si può sfruttare e beneficiare di ogni opportunità?
  • come possiamo ridurre ciascuna delle minacce?
L’analisi SWOT analizza l'impatto dei maggiori fattori interni ed esterni che definiscono il posizionamento competitivo di un'impresa o business unit all'interno del proprio mercato per elaborare una strategia competitiva. Tutto ciò significa fare marketing strategico. Il successo dell'azienda è determinato da una buona strategia sviluppata da una buona analisi del mercato.







domenica 8 dicembre 2013

LEZ 5.1 - strategie di marketing, il modello TEMPLES -

dicembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


La seconda parte della lezione di Marketing svolta alla LABA di Torbole sul Garda dal docente Corrado Corradini, analizza il modello strategico TEMPLES.

Il modello TEMPLES o PEST serve per fornire una parte delle analisi esterne per riuscire a svolgere una ricerca strategica e procurare una panoramica di alcuni dei differenti macrofattori che l'azienda deve prendere in considerazione. E' uno strumento strategico che aiuta a comprendere i cambiamenti delle principali aree che fanno parte del mercato e che sono fondamentali da studiare per assicurare il successo alla propria azienda. Infatti tramite questo studio si riescono ad interpretare alcuni valori chiave del mercato. La parola TEMPLES è un acronimo, dietro alle iniziali di questo modello strategico si celano le grandi aree del mercato: Technology, Economy, Market, Politic, Law, Environment, Society.

  • Technology, tenere in considerazione, gli aspetti ecologici e ambientali, come attività di ricerca e sviluppo, l'automazione, la tecnologia di incentivi e il tasso di cambiamento tecnologico, che possono determinare le barriere d'ingresso, la minima efficiente a livello di produzione e influenzare le decisioni di outsourcing. I cambiamenti tecnologici possono influenzare anche i costi, la qualità e la spinta verso l'innovazione.
  • Economy, questi fattori determinano l'entrata o meno dell'azienda sul mercato e comprendono la crescita economica, i tassi di interesse, i tassi di scambio e i tassi di inflazione. Sono fattori hanno un grande impatto sulle scelte dell'azienda.
  • Market, tenere in considerazione i vari mercati e capire quali sono quelli che determinano fattori come la crescita economica, la crescita demografica, il potere d'acquisto della popolazione, la diffusione delle tecnologie e sono quindi più appetibili.
  • Politic, sono fattori che condizionano significativamente il percorso dell'azienda, infatti in base agli interventi del governo viene influenzata l'economia: politiche fiscali, diritto di lavoro, diritto ambientale, restrizioni commerciali, tariffe pubbliche, stabilità politica. I governi hanno una grande influenza sulla salute, l'istruzione e le infrastrutture di una nazione; se manca la stabilità governativa tutto il mercato è bloccato.
  • Law, leggi e regole emanate favoriscono o penalizzano i mercati: camere di Commercio, possibilità di recupero crediti, leggi che regolano le transizioni bancarie, velocità delle sentenze, leggi emanate in tempo reale su problemi importanti, semplicità legislativa.
  • Environment, sono fattori che includono meteo, clima, cambiamento climatico che incidono sulle capacità produttive e sui consumi (settori del turismo e dell' agricoltura). Con la consapevolezza dei cambiamenti climatici le aziende devono essere pronte a prendere le loro decisioni.
  • Society, aspetti culturali e di coscienza come salute, tasso di crescita della popolazione, della distribuzione per età.. influenzano la domanda di prodotti. Ad esempio, l'invecchiamento della popolazione può comportare una minore disponibilità al lavoro e per questo motivo le società devono adattarsi alla situazione e sviluppare nuove strategie.

Da queste lezioni abbiamo ben capito come le variabili risultano essere molto importanti e per questo devono essere tenute sempre sotto controllo. Scopo del marketing è quindi quello di riuscire a formulare una buona strategia di sviluppo, possibile grazie alla creazione di una buona vision e mission. Tutto ciò fa parte del marketing strategico.

LEZ 5 - il successo nel marketing -

dicembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


Nuova lezione, nuovo post. Sempre alla LABA di Torbole sul Garda si è affrontata un'interessante lezione su come riuscire a mantenere il successo in un'azienda. Il docente Corrado Corradini ci ha chiarito cosa l'azienda deve tenere in considerazione e studiare per mantenersi sul mercato.

Abbiamo già affrontato il tema del piano marketing, ma non è l'unico che decide il futuro dell'azienda, infatti c'è molto altro da controllare. Prima di tutto l'azienda deve avere ben chiaro il suo Break even Point, o punto di pareggio che consiste in un'analisi che studia la relazione presente tra i costi variabili e i volumi di produzione dell'azienda stessa; ha un ruolo importante per identificare il punto di equilibrio dell'azienda, in modo da tenere stabili e uguali i costi totali e i ricavi totali. In questo modo l'azienda sa controllarsi mantenendo perdite e profitti sullo stesso piano.
In un'azienda, ad esempio, produrre 800 e pagare 80 risulta essere un equilibrio; dal momento in cui l'azienda riesce a produrre 1000 pagando sempre 80 risulta essere un guadagno, identificato come margine contributivo. Ma non è detto che aumentando la produzione aumenti anche il margine contributivo, ma al contrario può diminuire. Infatti, oltre ai costi fissi, che non variano con l'aumentare delle produzioni, sono da considerare anche i costi variabili, che invece variano al variare delle quantità. Quest'analisi è quindi uno strumento di controllo che consente di verificare durante l'attività produttiva l'utile e la perdita e in caso di intervenire. Con il termine Break even, che da il nome a quest'analisi si intende proprio il punto in cui i ricavi coincidono con i costi totali.


Il Fattore Critico di Successo è una tecnica utilizzata per la definizione e misurazione degli obbiettivi del businnes. Per questo motivo anche da questi fattori dipende il successo e la sopravvivenza dell'azienda. Dobbiamo sempre ricordarci che tutto dipende dalla mission. Il docente Corradini ci ha ricordato un proverbio: "come l'uomo pensa, tale è", applicabile all'azienda: "come l'azienda pensa, tale è", concetto presente all'interno della vision che verrà poi applicata tramite la mission, ed è quest'ultima che determina il Fattore Critico di Successo.
L'FCS è composto da variabili su cui il management può agire con le sue decisioni e che possono incidere in modo significativo sulla posizione competitiva dell'impresa all'interno del settore in cui opera. Ad esempio, nel settore dei prodotti cosmetici, sono considerati FCS l'immagine di marca, la qualità effettiva, il packaging distintivo, l'innovatività del prodotto, la composizione della linea; nel settore delle autovetture invece sono considerati FCS le prestazioni tecniche, l'assistenza post-vendita, l'affidabilità, i costi d'esercizio, il prezzo, il design.. Tutti questi fattori non sono immutabili, ma al contrario si modificano e variano. Ogni azienda dovrebbe maturare un piano tenendo quindi in considerazione i seguenti Fattori Critici di Successo:
  • denaro, la crescita dei ricavi
  • futuro, acquisire nuovi clienti
  • soddisfazione del cliente
  • qualità
  • sviluppo del proprio servizio, inserire novità per aumentare gli affari
  • capitale intellettuale, aumentare ciò che è redditizio
  • relazioni strategiche
  • capacità di attrazione e di conservazione, capacità di estendere il passaparola
  • sostenibilità, capacità di mantenere tutto in corso
Il Marketing strategico insegna quindi a "pianificare" tutto; da qui posso procedere con il "fare" ed iniziare quindi la mia fase pionieristica, la quale mi porterà ad alcuni risultati o feed back, sulla base dei quali posso fare un "controllo" e correggere quello che non funziona per poi finalmente "agire". Ma comunque il Marketing insegna ad applicare una continua pianificazione in modo da avere l'azienda ed il mercato sempre sotto controllo, poiché quest'ultimo è dinamico e continua a cambiare. Questi sono quattro punti fondamentali, "plan, do, check, act" che insegnano all'azienda come muoversi.

venerdì 6 dicembre 2013

"POLLOCK E GLI IRASCIBILI" Palazzo Reale, Milano


Provenienti dal Whitney Museum di New York, i lavori di 18 artisti, attraverso 49 opere, vengono esposti a Milano in onore della corrente dell’Espressionismo Astratto sviluppatasi tra gli anni 30 e 60 in America. Con la scoperta di questi nuovi mezzi espressivi l’asse culturale artistica mondiale viene spostata dall’Europa all’America.
In quegli anni, in America, dopo la fine della guerra, sembrava essere tutto tranquillo, lo stato era uscito quasi indenne dal conflitto mondiale, l’economia si era ripresa, la bomba atomica rendeva la nazione più sicura, ma un forte malessere era presente nella società americana e ciò portò alla nascita della Beat Generation che attraverso il mezzo della poesia, della letteratura, del cinema, sollecitava i giovani americani a non credere nella trappola del consumismo ma a pensare con la propria testa ribellandosi e liberandosi dalle regole. La nuova generazione cercava quindi nuovi modi di esprimersi. Anche gli artisti dell’Espressionismo Astratto, pur molto diversi tra di loro condividono un atteggiamento esistenziale di rivolta contro ogni tradizione mentale e artistica e cercano invece una nuova libertà di espressione.
Al contrario dei grandi movimenti del 900 come Futurismo, Surrealismo, Dadaismo, l’Espressionismo Astratto non ha un manifesto, ma gli artisti hanno in comune alcune scelte evidenti come il rifiuto di qualsiasi forma di realismo, quindi della pittura figurativa per andare invece incontro a forme astratte, espresse in modi diversi: action painting, dripping, gestualità architettonica, color-field... Ogni artista ha quindi il suo modo di esprimersi.
Nel 1950 venne organizzata una mostra al Metropolitan Museum of Art di New York, dedicata all’arte contemporanea americana, ma i pittori che dagli anni 30 avevano sviluppato un nuovo linguaggio pittorico non erano stati invitati. Gli artisti che facevano parte del movimento come Jackson Pollock, Willem de Kooning, Mark Rothko, Robert Motherwell, Barnett Newman e altri protestarono in maniera ufficiale per questa scelta e fu proprio questo episodio che diede loro il nome di “irascibili”. Ma con una forma ancora più significativa di protesta, in un gruppo di 15 irascibili, si fecero fotografare da una famosa fotografa di moda, vestiti da banchieri. Al centro Jackson Pollock, con lui Willem de Kooning, Mark Rothko, Barnett Newman e Robert Motherwell, Adolph Gottlieb, William Baziotes, James Brooks, Bradley Walker Tomlin, Jimmy Ernst, Ad Reinhardt, Richard Pousette-Dart, Theodoros Stamos, Clyfford Still e Hedda Sterne, unica donna del gruppo. La collezionista Peggy Guggenheim è una delle prime a credere nella nuova generazione di artisti che lavorano in America. A New York nel 1942 inaugurerà la galleria Art of This Century, che diventerà il punto di riferimento per promuovere le novità artistiche del momento.

Centro della mostra di Milano è Jackson Pollock, personaggio tormentato e sregolato ma innovatore. Egli infatti toglie la tela dal cavalletto, posizionandola a terra, e concentra la sua attenzione sull’atto di fare arte, sull’azione fisica e libera della creazione dell’artista. Pollock utilizza colore e vernici industriali o ad olio, molto diluiti e li distribuisce sulla tela con bastoni, pennelli larghi o direttamente dal barattolo bucato e fatto sgocciolare dall’alto con movimenti ampi, senza mai far toccare lo strumento sulla tela. Tutto ciò è accompagnato da uno stato di trance e di semi-incoscienza dell’artista, simile ai riti delle tribù indiane a cui si ispira. Le tele di Pollock si fanno sempre più grandi con il passare degli anni e i colori più accesi e violenti. La sua opera Number 27, del 1950,  è la protagonista della mostra, si tratta di un olio su tela che misura 124 x 269 cm, in cui l’aspetto fondamentale è l’equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari, distribuiti sulla tela attraverso la tecnica dell’action painting, che genera un tema indecifrabile.
Accanto a Jackson Pollock troviamo Lee Krasner, la moglie, che dovette cambiare il nome di battesimo poiché il mondo dell’arte era talmente maschilista che una donna non sarebbe stata accettata facilmente. Tanti altri sono presenti, Willem de Kooning,Franz Kline, Arshile Gorky, Robert Motherwell, Ad Reinhardt, Mark Rothko, Adolph Gottlieb, Clyfford Still, David Smith, Barnett Newman, Sam Francis, James Brooks, Hedda Sterne, Helen Frankenthaler, William Baziotes e Bradley Walker Tomlin.
Personaggio importante è anche Franz Kline, che sarà fedele al suo stile astratto per tutta la sua produzione, presentando tele monocrome, bianche o rosse, attraversate da larghe pennellate di colore nero. Questo connubio trasforma i quadri in violenti esplosioni di energia. Anche Willem de Kooning è un personaggio di spicco tra gli irascibili del gruppo, che con il suo colore acceso procede per strati, rifacimenti e cancellature, approccio tipico della sua espressività. Marc Rothko chiude la mostra con due grandi opere, in cui il colore è organizzato in poche aree rettangolari, distribuite l’una sull’altra orizzontalmente. Questi diversi campi di colore si sfiorano creando vibrazioni tonali capaci di far fibrillare di energia dinamica l’intera superficie del quadro, modificando le percezioni dello spettatore, che ha la sensazione di essere assorbito nell’ampiezza e nella profondità cromatica del dipinto.
Questa mostra ha lo scopo di proporre una visione completa di quello che fu uno stile artistico capace di usufruire dello spazio della tela per esprimere, in tanti modi differenti, la libertà di pensiero e di azione dell’individuo e che riuscì ad influenzare con la sua forza travolgente tutto il mondo.

Jackson Pollock, Number 27, 1950
                                    
Lee Krasner, The Guardian, 1960

Franz Kline, Mahoming, 1656

Willem de Kooning, Door to the river,1960

Marc Rothko, Untitled, 1954




                                                                                                                                                                 

domenica 1 dicembre 2013

LEZ 4.1 - le matrici nel marketing -

dicembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


La quarta lezione di Marketing del docente Corrado Corradini presso la LABA di Torbole sul Garda è stata approfondita con piano marketing, che io vi voglio brevemente riassumere poichè è fondamentale per mettere in atto le strategie aziendali.

Il piano marketing è un documento scritto che determina la pianificazione della strategia aziendale, diviso in tre fasi: la definizione della mission, formata dai bisogni di mercato che devono essere serviti e gli elementi di distintività dell'impresa; l'identificazione dell'area strategica di affari o SBU (Businnes Strategic Unit) dove operare, ovvero le varie attività delle aziende vanno classificate nelle apposite matrici, la matrice Boston Consulting Group e la matrice General Electric e infine l'identificazione delle strategie di sviluppo tramite la matrice Ansoff. Tutte queste fasi sono fondamentali per il marketing strategico

Ogni prodotto possiede una curva di valore che rappresenta il suo interesse nel tempo da parte del consumatore, definisce quindi i valori di attrattività e gli ostacoli riscontrati nell'area socio-culturale-mercato. Per controllare la curva di valore dei prodotti ci si rivolge a queste matrici:
La matrice Boston Consulting permette di classificare le aree strategiche di affari o attività delle imprese. E' costituita impostando su un asse il tasso annuale di crescita del mercato e sull'altra la quota di mercato detenuta dall'azienda. Sulla base di queste due dimensioni il prodotto è classificato in quattro tipologie: star, question mark, mucca e cane.



La matrice General Electric è uno strumento di gestione del portafoglio business d'impresa; viene costituita impiegando variabili aggregate che sintetizzano i diversi fattori alla base della competitività del business e dell'attrattività del settore.


La matrice Ansoff serve per determinare lo sviluppo del prodotto sul mercato e il suo posizionamento. La griglia ha due dimensioni, mercati e prodotti e su queste due si possono sviluppare quattro strategie di sviluppo. E' necessario essere consapevoli della strategia che si sta utilizzando così da essere padroni del proprio progetto di sviluppo economico e professionale.




LEZ 4 - operare per mezzo della mission, strategie di marketing -

dicembre 2013
lezioni Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini



Durante la quarta lezione di Marketing tenuta dal docente Corrado Corradini presso la LABA di Torbole sul Garda abbiamo fatto un breve excursus storico di quello che fu il percorso del marketing, dalla sua nascita fino ai giorni nostri, per capire i vari orientamenti di marketing.

Nella storia dell'economia si identificano quattro strategie di approccio al mercato da parte dell'impresa: orientamento alla produzione, orientamento al prodotto, orientamento alle vendite e orientamento al marketing. Questi diversi orientamenti si sono presentati in successione con il passare del tempo. 
Con l'avvento dell'industrializzazione tutto il mercato puntò solo alla produzione. Con il fatto che in quel momento il mercato era vergine, le aziende cominciarono a produrre beni utili come vestiario, calzature, mobilia..e tutto ciò che poteva migliorare il benessere, arrivando però a rendere superiore l'offerta alla domanda poiché le aziende producevano prodotti simili, della stessa qualità e dalle stesse caratteristiche che a lungo andare non riuscivano ad assicurarsi un posto fisso sul mercato. Si avviò così un processo di saturazione del mercato. Le aziende cominciarono a ricercare la qualità nei loro prodotti, la differenziazione dagli alti concorrenti. In questo modo l'orientamento del mercato mirò sul prodotto. Con il passare del tempo aumentò il numero di prodotti sul mercato e per questo motivo si è dovuto focalizzarsi sulla vendita. Le imprese misero in atto politiche promozionali e di vendita sempre più aggressive per poter conquistare il cliente. Per supportare le vendite però c'è stato bisogno del marketing che ha permesso di posizionare definitivamente le aziende sul mercato in modo differenziato. L'orientamento al marketing cercò di comprendere i bisogni del cliente, per produrre i beni e quindi soddisfali. Ancora oggi questo orientamento è in continuo sviluppo.


L'insieme degli strumenti operativi che l'azienda decide di utilizzare per il raggiungimento dei suoi obbiettivi strategici è chiamato marketing mix, i quali componenti sono suddivisi in quattro grandi categorie, riconoscibili nel modello delle "quattro p", introdotto da Jerome McCarthy: product, le caratteristiche del prodotto progettato per soddisfare le esigenze dei consumatori; price, le politiche di prezzo adottate; placement, i canali attraverso cui l'impresa porta il prodotto ai consumatori e infine promotion, attraverso cui l'azienda cerca di far conoscere e apprezzare la propria offerta. Le "quattro p" del marketing mix hanno rappresentato per decenni gli elementi fondamentali sui quali basare una strategia di marketing. Oggi, le tecniche con cui le aziende si relazionano al mercato sono cambiate, ora viene focalizzata l'attenzione sull'interazione con il cliente e per questo si è sviluppato un nuovo modello, detto delle "quattro c": customer value, valore per il cliente; convenience, facilità per il cliente di trovare i prodotti; change, capacità strutturale dell'azienda di cambiare se stessa e ciò che propone al mercato; communication, interazione con il cliente. In questo nuovo modello il prodotto diventa in grado di rispondere concretamente alle necessità del cliente. Come dice Kothler "le aziende stanno abbandonando la tradizionale concezione industriale del 'make and sell' (produci e vendi) per accogliere il nuovo detto del 'sense and respond' (ascolta e produci)".



sabato 16 novembre 2013

LEZ 3 - la mission -

novembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini


Se la vision mi permetteva di pensare ad un obbiettivo, ad un sogno, la mission è la fase successiva che mi permette di realizzarlo. Questo è quello di cui abbiamo parlato durante la terza lezione di Marketing tenuta dal docente Corrado Corradini presso la LABA di Torbole sul Garda.

La mission o missione aziendale deve essere quindi allineata alla vision e deve mostrare, più dettagliatamente, in che modo raggiungere gli obiettivi descritti dalla vision. E' fondamentale, in un'azienda, che ci sia una mission ben dichiarata poiché, una volta chiarito lo scopo, il fine ultimo, la giustificazione della sua esistenza e ciò che la contraddistingue dalle altre, l'azienda può mettere in pratica il suo manifesto. La mission dell'organizzazione deve essere infatti composta da elementi chiave come la storia dell'azienda, le preferenze del management e della proprietà, le risorse di cui dispone, dovrebbe descrivere in modo chiaro il perché l'organizzazione esiste, la sua unicità, i valori che ne guidano l'azione, il target a cui si rivolge,  gli strumenti che utilizza, i bisogni a cui risponde, le risorse su cui fa affidamento. La mission, focalizzandosi più sul presente, è la guida pratica dell'azienda, ha il compito di controllare vari settori: amministrativo, finanziario, produttivo, marketing, commerciale, logistico... E' la mission che definisce le modalità attuative, i percorsi che portano l'azienda sul mercato, le tattiche e le strategie per delineare il vantaggio competitivo ed il margine contributivo. Il vantaggio competitivo è il vantaggio di un' azienda, quanto più avanti si posiziona un'azienda rispetto alle altre. Il margine contributivo invece è la differenza tra il prezzo di vendita unitario, ovvero il costo del prodotto sul mercato e il costo variabile unitario, ovvero il costo della produzione del prodotto.

I valori di un'azienda devono essere condivisi ampliamente, sia all’ interno che all’ esterno dell’azienda, devono creare aspettativa; la vision di un'azienda deve essere chiara a tutti, in questo modo si può generare  una mission forte che rinforza gli stessi valori dell'azienda e fa in modo che ci sia uno sforzo costante nel tempo per l'applicazione della mission stessa. Fondamentale per far funzionare correttamente una mission aziendale è riuscire a coinvolgere ed avere buoni rapporti tra management e collaboratori; solo in questo modo si possono avere i migliori risultati.

Ma anche per quanto riguarda il rapporto diretto con il prodotto la mission ha un ruolo importante, poiché deve controllare le varie fasi della vita dei prodotti: le fasi di sviluppo, l'immissione sul mercato ed il suo pionierismo, la crescita, il declino, che sono componenti strategiche per un prodotto poiché è l'azienda che decide quando e come far nascere un prodotto e quando e come farlo morire; deve controllare il ciclo di vita dei prodotti: la tendenza, il design, feed back del mercato, i fondi per la pubblicità, il piano marketing, le variabili dipendenti dal mercato, la messa fuori mercato; deve definire le strategie del prodotto: le caratteristiche e classificazioni, duratura, tangibilità ed uso, la differenziazione, forma, caratteristiche, presentazioni, conformità, affidabilità, riparabilità, il design: o la sintesi del valore; deve inoltre controllare la produttività della rete vendita: reclutamento e selezione degli agenti, l'addestramento e la supervisione, la produttività degli agenti, la loro motivazione, la valutazione del loro operato.

Nel mondo d’oggi è fondamentale avere una vision ed una mission ben precisa, solo in questo modo si ha la possibilità di posizionare la propria azienda sul mercato ed avere successo potendo usufruire di un marketing strategico. Purtroppo molti imprenditori non ne capiscono la vitale importanza e sbagliano non avendo chiarezza nei loro obiettivi e non condividendo con i propri collaboratori e lavoratori i fini ultimi per cui l’azienda stessa esiste. Tutto ciò porta le loro aziende a seguire vie erronee.

lunedì 11 novembre 2013

LEZ 2.1 - i valori -

novembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini

Vorrei approfondire questo concetto di valore, già citato nel post "LEZ 2 - il marketing strategico -" del 9 novembre 2013, riferito alla seconda lezione del docente Corrado Corradini presso la LABA di Torbole sul Garda, per riuscire a spiegarlo nei migliori dei modi.

Cosa sono esattamente i valori?
Abbiamo capito che i valori sono una "concezione del desiderabile", come dice l'antropologo Clyde Kluckhohn, che influenzano l'azione. Un oggetto ha quindi valore sono nel momento in cui lo desidero, ovvero nel momento in cui lo uso. L'oggetto soddisfa il mio bisogno in quel momento. I valori sono quindi espressione tangibile di ciò che accade; sono in grado di trasmettere i sentimenti e la personalità della persona stessa. 
Tutto il mercato e l'esigenza dell'uomo ruota intorno al processo matrimoniale che implica un processo di scambio di idee e di oggetti. Tramite lo scambio di idee, che può essere creato da un continuo passaparola o dalle opinioni di un' influencer, si assimilano alcuni valori che inducono in desiderio e portano all'acquisto. L'economia moderna, oltre allo sviluppo tecnologico, studia questi processi di scambio e, con l'aiuto del marketing strategico, posiziona i vari prodotti ai consumatori giusti. Il marketing mira quindi ad adeguare l'offerta di prodotti o di servizi ai bisogni ed alle esigenze dei mercati-obiettivo ed all'uso efficace delle tecniche di determinazione del prezzo, della comunicazione e della distribuzione.






sabato 9 novembre 2013

- future vision -

novembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini

Durante la prima lezione di Marketing del docente Corrado Corradini presso la LABA di Torbole sul Garda ci sono stati proposti alcuni video che ci mostrano cosa significa avere una vision chiare e ben definita per le aziende, ciò infatti permette loro di continuare a svilupparsi e raggiungere il loro scopo. Due delle più grandi aziende al mondo, Google e Microsoft, hanno prodotto questi video per creare aspettativa, attrazione verso quello che potrebbe essere il nostro futuro. I consumatori vengono proiettati in un mondo nuovo, tecnologicamente più sviluppato, dove viene loro offerto un prodotto e un servizio migliore e capace di migliorare la vita quotidiana rendendo piccoli momenti giornalieri più facili e funzionali. Tutto questo fa parte del marketing strategico.







LEZ 2 - il marketing strategico -

novembre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini

Le lezioni cominciano a farsi interessanti... chi avrebbe mai detto che il marketing, ramo dell'economia, sarebbe riuscito a conquistare me ed i miei compagni di corso? Nessuno può immaginare cosa realmente sta dietro al marketing. All'apparenza può sembrare una semplice parola collegata al mondo del mercato, o a quello della pubblicità, ma in realtà cela uno studio incredibile. Oggigiorno è una delle discipline moderne più efficaci che permette di aiutare le aziende a prendere determinate decisioni. Ecco la seconda lezione del docente Corrado Corradini presso la LABA di Torbole sul Garda.

Per capire bene la definizione di marketing strategico bisogna prima analizzare due parole essenziali in questo settore: il valore ed il bisogno. Il valore, come lo definisce l'antropologo americano Clyde Kluckhohn, è "una concezione del desiderabile, esplicita o implicita, distintiva di un individuo o caratteristica di un gruppo che influenza l'azione operando una selezione tra i modi, i mezzi e i fini disponibili".Ogni valore possiede una dimensione affettiva ed una cognitiva ma anche una capacità di orientarsi e riuscire a selezionare il prodotto giusto per soddisfare il desiderio stesso. Il bisogno è la mancanza parziale o totale di uno o più elementi che costituiscono il benessere della persona e si compie attraverso la soddisfazione di un'esigenza.

Il Marketing (termine inglese, spesso abbreviato in mktg) si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell'analisi dell' interazione del mercato e degli utilizzatori con l'impresa. E' un processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e di scambio di prodotti e valori. E' l'arte e la scienza di individuare, creare, fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando un profitto.

Fare marketing strategico significa quindi ascoltare, interagire, trasmettere valore e comunicare con il cliente e consumatore, studiandone i bisogni e le preferenze per riuscire a soddisfare nel modo migliore instaurando una relazione duratura e proficua per entrambi. E' quindi il consumatore con i suoi bisogni e desideri ad essere al centro del marketing. Infatti è quando gli individui percepiscono dei bisogni, fisici, sociali o individuali, che sono una condizione umana, che entra in gioco il marketing strategico. Esso si avvale della cultura e della personalità delle persone per trasformare questi bisogni in desideri. In poche parole il marketing strategico ha il compito di posizionare il prodotto giusto, alla persona giusta, nel momento giusto.

domenica 3 novembre 2013

LEZ1 - la vision-

ottobre 2013
lezioni di Marketing & Management
a cura del prof. Corrado Corradini

Nei laboratori distaccati di Torbole sul Garda della LABA di Brescia hanno inizio le tanto attese lezioni di marketing tenute dal docente Corrado Corradini. Personalmente non sapevo bene cosa aspettarmi da queste lezioni, d'altronde io sto studiando Design! Ma come sempre mi sbaglio, ed oltre a trovare la prima lezione interessante e curiosa inizio a capire che il marketing è veramente vicino al mondo del prodotto. Di certo mi aiuterà ad arricchire il mio percorso e le mie conoscenze!
Vi voglio proporre dunque le lezioni che sto seguendo, facendo un piccolo riassunto per ogni argomento.

LEZ 1 Marketing&Management

COS'E' LA VISION?
La vision è l'elemento chiave che porta un'azienda al successo. Deve indicare la produzione di uno scenario futuro capace di rispecchiare ideali, valori, aspirazioni dell'impresa; dovrebbe risultare uno stimolo per coloro che lavorano e collaborano con essa.
La vision deve avere determinate caratteristiche per fare in modo che funzioni veramente: deve essere chiara e ben definita, deve riguardare il futuro, deve essere facilmente ricordabile, deve contenere espressioni che facciano presa e deve riferirsi ad aspirazioni realistiche.
La vision deve essere esplicita e deve essere condivisa con l'intera organizzazione. Una vision chiara, accurata, derivante da attente riflessioni, serve a far comprendere ai membri dell'organizzazione l'obiettivo a cui l'azienda aspira, al fine di condividere i successi.
La vision è quindi il sogno che definisce lo scopo per cui l'azienda esiste. E' il primo requisito per fare marketing strategico.

L'azienda possiede anche un pay-off, quell'elemento verbale che accompagna il logo o il prodotto ed ha il compito di riassumere, in una frase semplice, l'essenza dell'impresa. Nasce come stratagemma per aumentare il potere distintivo del logo dell'azienda e farlo emergere dalla massa, visto il numero elevato e sempre crescente di concorrenza sul mercato.

Concludo proponendovi la mia vision personale di designer: "ideare progetti nuovi, ben studiati e all'altezza del continuo sviluppo del mondo".